
Bambino ferito dalla guerra italiana con la sua radiografia, si celebra l’undicesimo anniversario della guerra in Afghanistan.
La guerra in Afghanistan fa vittime dalla parte dei soldati italiani ma fa vittime anche da parte dei bambini. Anzi un terzo delle vittime è un bambino. Emergency, l’organizzazione che cura chi è ferito nella guerra, ha numeri precisi in merito a chi entra nelle sue corsie di ospedale. Un ferito su tre ha meno di quattordici anni, cioè è un bambino.
A Lashkar-gah, nel sud dell’Afghanistan, Emergency ha uno dei tanti ospedali molto frequentati dai bambini che vengono uccisi con disinteresse dai nostri soldati, certamente si tratta di mutilazioni non volute ma andatelo a dire alla famiglia del contadino Haji Abdul Jan che si è visto arrivare un razzo della nostra coalizione che si batte per la democrazia nella sua casa, ferendo la moglie, due figli e un nipote. La figlia più piccola è morta, aveva 5 anni. Altri morti sono arrivati dall’attentato talebano a Kabul che si sommano ai nostri.
Dall’inizio della guerra “giusta” e “democratica”, cui noi italiani partecipiamo, si è raggiunto il record di feriti di guerra, record che batte quello dell’anno scorso. Non si pensi che i bambini feriti in guerra dagli italiani e dai loro compari ritornino a casa con un cerottino, quando va bene si torna a casa con una pallottola o una scheggia estratta, se va male senza una gamba o una mano, se va malissimo non si torna a casa. Niente da dire sui talebani, non fanno nulla di diverso dagli italiani ma loro sono nella propria nazione, noi no. Cosa aspettiamo a ritirarci, un altro record di bambini nelle corsie di Emergency?